15 ott 2025
C’è un oggetto apparentemente banale, spesso dimenticato dietro le quinte della grande distribuzione, che regge gran parte dell’economia: il pallet. È lui, il bancale su cui poggiano alimenti, abbigliamento, componenti industriali, farmaci. Senza di esso, la logistica si ferma. Eppure, proprio mentre il suo ruolo diventa sempre più centrale, intorno a questo supporto si muove un mercato nero miliardario, silenzioso e diffuso, che mette a rischio l’intero sistema logistico, che si trova ad affrontare tensioni in grado di minacciare il suo equilibrio: aumento dei costi, furti ricorrenti, mercati invisibili sempre più estesi.
Un fenomeno invisibile ma diffuso
Il commercio illegale dei pallet è diventato in Italia un fenomeno sempre più esteso e consolidato. Spesso poco visibile, agisce in un contesto oscuro, fatto di pratiche illecite, accordi non ufficiali e controlli insufficienti, ma con conseguenze disastrose: danni economici, rischi per la sicurezza, impatti ambientali e ricadute legali di notevole importanza.
Un bene divenuto risorsa fondamentale
Un tempo considerato un consumabile, oggi il pallet è a tutti gli effetti un risorsa aziendale. Dopo i picchi registrati nel biennio 2021-2023, quando i valori medi avevano superato i 15 euro e i nuovi sfioravano i 30, oggi la situazione appare ridimensionata: i dati dell’Osservatorio Permanente sul Valore del Pallet EPAL indicano che, nel febbraio 2025, il prezzo medio di mercato si attesta intorno agli 8,84 euro. Un dato che conferma quanto il pallet non possa più essere considerato un consumabile, ma vero e proprio patrimonio aziendale. Il mercato ufficiale resta florido, ma la reperibilità è scarsa e i costi di produzione o ricondizionamento non sono trascurabili. Questo alimenta inevitabilmente il lato sommerso del settore.
Un traffico illegale difficile da frenare
Il commercio abusivo di pallet rappresenta un’autentica piaga: organizzazioni strutturate ne gestiscono il furto, il riciclaggio e la rivendita, a volte persino alle stesse aziende cui sono stati sottratti, generando un paradosso che compromette l’equilibrio dell’intera catena del settore dei trasporti. Le stime disponibili, anche se non recenti, parlavano già di centinaia di milioni di pallet rubati ogni anno e di un giro d’affari altrettanto enorme. Con i prezzi attuali, il peso economico del fenomeno è ancora più evidente. Fermare questo racket è difficile: i furti avvengono con facilità, la rete è diffusa su tutto il territorio e, in alcuni casi, ci sono complici all’interno delle aziende. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i trasportatori, quasi “schiacciati” tra due obblighi contrapposti: da una parte, i committenti che affidano la loro merce sui bancali, che richiedono la restituzione immediata dei pallet affidati, perché vogliono recuperarli e riutilizzarli; dall’altra, i destinatari (chi riceve la merce) che non sempre possono restituirli subito, magari perché li usano per altre spedizioni, li danneggiano o per ritardi nelle fasi del trasporto.
Conseguenze a vari livelli
Le conseguenze sono numerose. Sul piano economico, le imprese vedono ridursi i margini di guadagno a causa del continuo bisogno di sostituire i pallet rubati, mentre lo Stato perde entrate fiscali, a causa di un mercato parallelo basato sul contante e sull’illegalità. Ci sono poi rischi legati alla sicurezza: un pallet usato in modo improprio, ad esempio dopo aver trasportato sostanze chimiche, potrebbe finire a movimentare alimenti, con evidenti pericoli per la salute pubblica. Senza controlli, non vengono rispettati i trattamenti obbligatori, favorendo la diffusione di parassiti o agenti inquinanti. Infine, ci sono impatti ambientali: ogni pallet sottratto aumenta la domanda di nuovi supporti in legno, mettendo pressione sulle risorse forestali. Si stima che il recupero di 25 pallet possa salvare un albero dall’abbattimento.
La risposta della tecnologia
Contro il racket, oggi scende in campo anche la tecnologia. I nuovi bancali “intelligenti” integrano sistemi GPS che segnalano i movimenti sospetti, consentendo sia il recupero dei pallet sottratti sia la mappa delle rotte seguite dai trafficanti. Alcune grandi aziende hanno persino creato unità operative interne, che collaborano con le forze dell’ordine, per smascherare reti criminali e recuperare i bancali.
Un futuro ancora incerto
Nonostante le norme introdotte negli ultimi anni abbiano cercato di rendere tutti gli operatori della della catena logistica più responsabili, la lotta al mercato nero dei pallet rimane difficile. L’alto valore di tali supporti in legno, unito al loro naturale deterioramento, lascia sempre spazio a un mercato parallelo. Solo un intervento collettivo, basato su controlli, tracciabilità, collaborazione tra imprese e istituzioni e uso mirato della tecnologia, può contenere un fenomeno che, pur silenzioso e nascosto, continua a minacciare la sostenibilità dell’intero settore logistico.
Un parassita difficile da eliminare
Il mercato nero dei pallet rimane un male cronico della logistica, un parassita che divora risorse economiche, minaccia la sicurezza delle merci e compromette la sostenibilità ambientale. Non basta più considerare il bancale un semplice supporto: la sua gestione è diventata questione di legalità, competitività e responsabilità comune. Finché non ci sarà un impegno condiviso, dalle imprese alle istituzioni, dalla tecnologia ai consumatori finali, il business sommerso continuerà a prosperare, alimentato da un bene tanto semplice quanto indispensabile.
Trasparenza e tracciabilità: come Transpobank rafforza la filiera
Così come la gestione trasparente e tracciata dei pallet è decisiva per arginare il mercato nero, anche la logistica, nel suo complesso, ha bisogno di strumenti capaci di creare fiducia, efficienza e sostenibilità. In questo senso, piattaforme digitali come Transpobank permettono di monitorare ogni passaggio, ottimizzare i viaggi e ridurre sprechi, evitando perdite, ad esempio di bancali, e prevenendo eventuali furti. In questo modo, tecnologia e collaborazione diventano alleati concreti per rendere il settore più sicuro, affidabile e sostenibile.
Cogli l’opportunità: richiedi subito un preventivo personalizzato allo 02 205711 o su www.transpobank.it!
Barbara Cova
Ufficio Marketing e Comunicazione
Transpobank S.r.l.