9 ott 2025
Tra carenze croniche di personale, condizioni lavorative al limite e una professione sempre meno attrattiva, il sistema logistico italiano ed europeo si trova di fronte a una sfida epocale. E l'autotrasporto rischia il blocco.
Autotrasporto, un settore sotto pressione
L’autotrasporto italiano è in emergenza. Mancano migliaia di autisti, le condizioni di lavoro sono spesso pesanti, le nuove generazioni guardano altrove e i conducenti attuali si avviano verso la pensione, senza che vi sia un vero ricambio generazionale. La situazione è ormai strutturale e mette a rischio l’intero sistema di trasporto merci e passeggeri.
Una carenza che si allarga
Nel solo settore merci mancano oltre 20.000 autisti in Italia. Il trasporto pubblico locale soffre in egual misura: si stima che solo nei capoluoghi di provincia manchino circa 8.000 conducenti. A livello europeo, la carenza supera le 200.000 unità, e si prevede che entro il 2028 saranno oltre 700.000 i posti vacanti nei Paesi UE, Regno Unito e Norvegia. Il dato anagrafico è il più allarmante: quasi la metà degli autisti italiani ha superato i 55 anni, mentre solo il 2% ha meno di 25 anni. Le pensioni in arrivo nei prossimi quattro anni, i numeri parlano di più di 3,5 milioni di autisti, rischiano di far collassare un sistema che già oggi fatica a garantire continuità nei servizi.
Professione dura, poco riconosciuta
Le condizioni lavorative, denunciate da anni dai sindacati, sono tra i principali motivi della disaffezione dei giovani. Giornate lunghe, attese estenuanti, turni notturni, settimane lontano da casa e uno stress crescente rendono il lavoro dell’autista sempre meno sostenibile. Nonostante alcuni miglioramenti contrattuali — come aumenti retributivi per le attese forzate e adeguamenti salariali — il problema resta di fondo: non si tratta solo di soldi, ma di qualità della vita. A questo si aggiungono nuove normative europee, entrate in vigore nel 2025, che impongono maggiori controlli su tempi di guida, riposo e utilizzo del tachigrafo. Tutte misure necessarie, ma che rischiano di aumentare la pressione sul settore senza offrire strumenti di supporto reali.
Le risposte istituzionali e aziendali
Governo, imprese e associazioni di categoria hanno avviato alcune contromisure per cercare di contrastare la crisi del settore, che mirano ad attrarre nuovi autisti o migliorare le condizioni di chi già opera. Tra queste:
Bonus patente fino a 2.500 euro per under 35 (copertura fino all’80% delle spese per la formazione).
Fondi per la formazione professionale, con contributi statali per aziende che investono su nuovi conducenti.
Iniziative aziendali locali, come il progetto ATM a Milano (400 assunzioni nel 2025) o la formazione di autisti in Tunisia, con corsi di italiano e abilitazione professionale, promossa da Brescia Mobilità.
La creazione dell’Osservatorio Giovani Autotrasporto, nato per attrarre nuove leve e riqualificare l'immagine del mestiere.
Proposte di integrazione tecnologica e automazione, per rendere più efficienti i processi e alleggerire il carico burocratico degli autisti.
Criticità e prospettive
Da quanto emerge, la professione di autista oggi è sotto forte pressione su più fronti:
Il ricambio generazionale è insufficiente, con troppe persone in uscita e pochi giovani che entrano.
Le condizioni operative sono molto impegnative: lunghe ore, attese, distanza da casa, fatica psicofisica.
Le norme più stringenti imposte a livello UE e nazionale possono tutelare i lavoratori, ma rischiano di aumentare i costi e la burocrazia per le imprese, se non supportate da misure efficaci.
Le iniziative governative e sindacali sono un passo necessario, ma i fondi stanziati e le misure finora presentate rischiano di essere insufficienti rispetto all’entità del problema.
Se non si interviene con politiche coraggiose, è probabile che la crisi per l’autotrasporto peggiori: le difficoltà logistiche, i ritardi, i costi aggiuntivi potrebbero impattare sull’intero sistema economico.
Una sfida da affrontare ora
Se il trend non si invertirà in tempi brevi, i rischi sono tangibili: rallentamenti nelle consegne, aumento dei costi logistici, difficoltà nel garantire i servizi pubblici e un effetto domino sull’intera economia. Occorrono politiche più incisive e coordinate: rendere dignitosa e moderna la professione dell’autista non è solo una questione sindacale, ma una priorità strategica per l’intero Paese.
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