20 ago 2025
Quanto costa davvero percorrere un chilometro con un camion? A rispondere è il decreto 279/2025, pubblicato agli inizi di agosto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che aggiorna le tabelle di riferimento sui costi dell’autotrasporto. E’ necessario fare molta attenzione a pedaggi, personale e veicoli leggeri: cambiano i conti per tutti.
Il conto cresce: carburante e pedaggi in prima linea
Rispetto all’ultimo aggiornamento del 2024, oggi ci sono cinque fattori che fanno salire il prezzo del trasporto. La più pesante resta il gasolio: con i suoi continui aumenti, costringe gli autotrasportatori a mettere quasi sempre nei contratti una clausola che fa crescere la tariffa in automatico se il pieno costa di più. Una sorta di airbag che salva i bilanci delle aziende e chiarisce subito i conti con i clienti. Subito dopo arrivano i pedaggi autostradali, che rendono ogni chilometro più caro, soprattutto quando si macinano centinaia di km. Non va meglio sul fronte degli autisti: il nuovo contratto nazionale fa salire del 3-4% il costo al km di chi guida. Anche i camion nuovi pesano di più: i prezzi d’acquisto aggiornati fanno crescere la quota che le imprese devono recuperare ogni anno. Ma la vera sorpresa è per chi lavora con i furgoni e i mezzi leggeri sotto le 3,5 tonnellate: con percorrenze annue più basse, il costo al km è schizzato in alto del 15-20%.
Cosa cambia per le aziende
Per le imprese di autotrasporto, la prima conseguenza è dover ricalcolare i listini, prima di presentare preventivi per l’autunno. Chi non si adegua, rischia di bruciare margini senza nemmeno accorgersene. Le flotte miste, in particolare, dovranno decidere se continuare a gestire internamente i veicoli leggeri o affidare le tratte locali ai corrieri. Le tabelle MIT diventano anche un’arma contrattuale: allegarle agli accordi, o usarle come riferimento nelle trattative, rende più solida la posizione del vettore e riduce il rischio di contenziosi. Per i committenti industriali, invece, il messaggio è chiaro: aggiornare i budget logistici diventa obbligatorio, perché, anche un ordine via e-mail o telefono, se non allineato ai costi MIT, può essere contestato.
La linea sottile tra rischio e opportunità
I nuovi parametri non sono solo una questione burocratica: da una parte servono ai controlli, dal MIT all’Ispettorato del lavoro, per verificare che le tariffe, pagate per ogni viaggio, siano giuste e che i salari degli autisti rispettino le normative. Dall’altra parte, aiutano le aziende a fare offerte chiare e corrette. Nel 2025, il costo di un chilometro non può più essere una stima, ma un numero preciso da conoscere, perché da lì dipendono i guadagni.
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